Vedo affinità tra gli italianisti all’estero e gli esploratori colonialisti. Audaci e carismatici partirono e piantarono bandiere della lingua in altri mondi. Ma la patria oggi li trascura, come l’Italia appena postunitaria trascurava i suoi esploratori alla fine dell’800. Gli italianisti patiranno un po’, poi se ne infischieranno. Troveranno altre terrae incognitae; porteranno la lingua nello spazio, dal piccolo Mercurio ai giganti gassosi oltre la snowline, linea delle nevi perenni planetaria.
venerdì 13 novembre 2009
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