martedì 25 aprile 2006

Autoincensamento di un filosofo volante



È l’autobiografia di un vero fascista, pieno di tic futuristi e incapace di qualsiasi forma di autoironia. Non parla del periodo storico, tace i nomi dei personaggi, dà per scontate tutte le informazioni che di solito danno un senso a un’autobiografia. Tuttavia, è così privo di senso del ridicolo da sembrare simpatico, e riesce a trasformare se stesso in un personaggio romanzesco.

* V. Beonio-Brocchieri, Pigliatemi come sono: Autodenigrazione di un filosofo volante, Todaro, Lugano [1941¹] 1998.

mercoledì 19 aprile 2006

Maltese Agonismo



Dopo i giorni confusi delle elezioni politiche, torno a fare le solite cose, come segnalare l’uscita di Maltese Agonismo, il numero 37 della rivista letteraria «Maltese Narrazioni». Stavolta, il mio racconto preferito è Io, Primo Carnera, 120 chili appesi a un filo di Carlo D’Amicis. Se volete, potete leggerlo in anteprima su QuasiRete (prima, seconda,terza, quarta e ultima parte).

sabato 15 aprile 2006

Haiku

Ho trovato tre haiku in un diario di dieci anni fa, ma non li ho riconosciuti. Li ho scritti io o li ho copiati da qualche parte?

Il bosco a monte
tintinna cento fiumi
nuovi in autunno

È un ventaglio blu:
porcospini in autobus
lampioni-luna

Scia d’aeronave,
macchie di mucche accese
al suo passaggio

mercoledì 5 aprile 2006

Direzione

Nel corso degli anni, complice una famiglia tendenzialmente stabile dal punto di vista affettivo ed economico, ho avuto più volte la possibilità di scegliere una direzione piuttosto che un’altra. Tuttavia, le mie scelte sono state abbastanza involontarie, tanto che avrei potuto essere indifferentemente:

  1. un programmatore di videogiochi;
  2. un fumettista come i miei amici
    Poncho e Varkjovich;
  3. un cantautore alla De Gregori.
Ora sono uno scrittore/un accademico, ma è soltanto un caso.

sabato 1 aprile 2006

Ringraziamenti

Parlando di ringraziamenti nei dischi, io e Davide abbiamo assunto posizioni opposte: lui ama molto leggere le dediche; io – pur riconoscendo che un disco (essendo figlio di un certo periodo) dovrebbe contenere le prove dell’esistenza di un certo mondo di affetti e rapporti umani – preferisco i dischi nudi e i musicisti riservati. Le posizioni sono entrambe rispettabili; comunque, voi da che parte state?