mercoledì 9 dicembre 2015

Limerick



Di sera un siriano di Orio
scuoteva un ventaglio d’avorio
per scacciare le mosche, che ronzavano fosche
nell’orfica sera di Orio.

sabato 11 ottobre 2014

The Leaves Are Turning Blue

Ah, tanto per la cronaca, poi non ho smesso di fumare – ma vivo in un perenne stato di denicotinizzazione. Tra un attimo, esco, è tempo di bere – e mi ricordo quel racconto del Bezz, quello in cui il Vecchio Nicolas beveva e dormiva, e dormendo guariva, per virtù del Jack Daniel’s (medicina Jack). Nelle mie brevi flâneries acquesi, mi servirebbe, uno come il Bezz: vorrei che fosse qui, a fare finta di darmi delle dritte; ad apprendermi l’arte di errare per Acqui come un beatnik.

martedì 19 marzo 2013

T-Fumo

Non so perché mi viene in mente Walcott («And my life, too early of course for the profound cigarette», ecc. ecc.) o Zeno – anche Zeno va bene – Maria dice sempre che io sono lui – Zeno e io, proprio uguali, spiccicati – perché le mie sere si fanno più macabre, con i polmoni oppressi dal catrame – così nel pomeriggio (prima blando, poi via via più agguerrito) cerco e trovo sigarette elettroniche: aromatizzatori, diodi e filtri sembrano tecnicismi militari – meglio: codeste armi mi siano d’aiuto.

sabato 23 febbraio 2013

Il confine

Tra le mie molte fortune, vi è stata quella di leggere Il confine di Germano Lombardi in Tunisia. Penso che tutti abbiano bisogno di leggere Lombardi, il guaio è che non lo sanno. E tuttavia, prima di arrivare a questo, che secondo me è il migliore, consiglierei a costoro di leggerselo tutto, il Lombardi narratore, da Barcelona a L’instabile Atlantico, per lasciarsi sfinire dalla storia che si snoda, nell’arco dei libri, senza soluzione.

* G. Lombardi, Il confine, Feltrinelli, Milano 1971.

giovedì 3 gennaio 2013

Neverland

Guardando Neverland – La vera storia di Peter Pan – oltre alla constatazione che i reboot molto probabilmente mi hanno già scassato la minchia – mi viene da dire che Pan è un po’ come un lare domestico – o meglio, al contrario, un anti-lare, garante non della protezione della famiglia, bensì della sua distruzione in nome dell’infanzia.

martedì 25 dicembre 2012

Bavarese

Sono tornato in Italia solo per trovarvi un sole sconfitto, e passeggiare alle cinque di sera sotto cieli foschi che nemmeno in Polonia. La mia ragazza è schiava della cefixima e sembra che nulla possa farla uscire di casa. Dovrei essere triste. Ma, a ben pensarci, il pranzo di Natale si è chiuso con la bavarese all’ananas – e quindi no, non ce la faccio; io la tristezza proprio non me la posso permettere.

lunedì 10 dicembre 2012

Crowd funding

Io e la mia band siamo scesi nell’agone della canzone nel 1995 – e ora, dunque, too old to rock ’n’ roll too young to die – discograficamente ancora giovani, per giunta, appena in età da secondo disco. Ed ecco le ragioni del crowd funding. Se qualche forestiero di passaggio, o qualche blogger in libera uscita, delle molte blogosfere dei dintorni, volesse fare un piccolo sacrificio, e prenotare questo disco, non se ne pentirà.

sabato 1 dicembre 2012

Neptune

Il Neptune, galeone dei Pirati di Roman Polanski, profilo familiare degli eoni universitari – oh giorni soleggiati bighelloni al Porto Antico di Genova! – è stato costruito nel 1986 a Port El Kantaoui. Gli anni genovesi e tunisini si saldano così. E posso assicurarvi che a El Kantaoui ce ne sono molte altre, di navi gonfie e finte, di iroko o liquirizia, quasi kitsch – un kitsch stile Kantaoui, on pourrait dire.

Cuscussiera

Che fare della nuova cuscussiera amaranto? Dovrei regalarla a mia madre – oggi è il suo compleanno – per prova di attaccamento e di devozione filiale? Sarei per il sì, ma non è punto bello regalare stoviglie alle madri, non è vero? È un po’ come dire che esistono apposta per cucinare. E allora no, per gli dèi, il cuscus me lo faccio da solo, alla mamma regalerò un libro – ho sempre fatto così, alla mamma cuoca ho sempre preferito la mamma lettrice.

martedì 13 novembre 2012

Soldi, soldi, soldi

Negli ultimi tre anni, tra supplenze e lezioni regolari, ho accumulato dinari su dinari. A volte mi chiedo se questa abbondanza serva a qualcosa. Stasera forse ho avuto la risposta: serve, sì – perché non si sa mai, e alla peggio si può sempre dilapidarli in iPad. Ah, un’altra cosa: aveva torto quella pazza della Dickinson; non è sempre vero che l’anima, scelti i suoi compagni, chiude la porta alla sua divina maggiore età: presentale pure qualcuno, si vedrà.