In un aureo libretto¹, De Mauro distingue silenzio e tacere. In latino, silere è una stasi: silent le piante non ancora in germoglio, le uova in incubazione, la notte; tacere, al contrario, è una scelta deliberata: secondo una fantasiosa etimologia desaussuriana, è affine al verbo armeno t’ak’čim “mi nascondo”. Questo è proprio il mio caso: tutto quello che taccio è una fitta realtà; i miei silenzi sono rumorosi.
¹ T. De Mauro, Ai margini del linguaggio, Editori Riuniti, Roma 1984, pp. 28-29.
lunedì 28 aprile 2008
Silenzio
lunedì 21 aprile 2008
La pecora di De Gregori
Francesco De Gregori 1974, con la pecora in copertina, è il mio disco di De Gregori preferito. Mi piace tutto, da Niente da capire a Informazioni di Vincent, da Giorno di pioggia ad Arlecchino, con tutti i testi che non si capisce, con tutti gli arpeggini folcheggianti. Sennonché De Gregori ha dichiarato: “secondo me è il disco più brutto che ho fatto”¹. Non c’è niente da fare: De Gregori non capisce un cazzo.
¹ M. Romano et al., Francesco De Gregori: un mito, Lato Side, Roma 1980, p. 19.
venerdì 18 aprile 2008
giovedì 17 aprile 2008
Guida galattica alla città di Oik (5)
Mi guardo un lungo trailer cronologico, ma il nastro è in riavvolgimento: la ruggine del fiume scorre a monte, si gela, si disgela; il cielo si riempie di anatre in retrovolo; sulle rive della Bormida, due bambini camminano all’indietro, e posano una pietra tiepida e porosa in un boschetto; il sudiciume scompare, l’acqua si schiarisce […].
martedì 15 aprile 2008
La vita scomparsa
Ho cercato la vita sui pianeti tellurici (Mercurio, Venere, la Terra, Marte), ho cercato la vita sui pianeti giganti (Giove, Saturno, Urano e Nettuno). Sui primi c’era troppo astensionismo, sui secondi non c’era proprio nessuno.
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