Oggi ho letto tutto un testo¹ di Arbasino, cosa che di solito non succede mai – ogni volta che lo ascolto, come dire, mi estranio (mi succede anche con certi amici logorroici). Consiglia agli scrittori di superare i confini dell’intimismo dandosi ai viaggi: viaggi artistici e musicali, di persone e oggetti, ai crocevia dei destini tragici. Buon consiglio, no?
¹ A. Arbasino, Quando non c’era il “neo” o il “post”, in A. Casadei (a c. di), Spazi e confini del romanzo, Pendragon, Bologna 2002.
giovedì 23 febbraio 2006
Che viaggi, per esempio
Pubblicato da Andrea Tullio Canobbio alle 11:55
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1 commento:
Purtroppo non è mio, l’ho preso in prestito dalla Biblioteca Ariostea.
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