Dieci anni fa: Andora, vicino ad Alassio; le tredicenni dipingono sulla sabbia con le sigarette spente. Lascio la spiaggia: tra gli alberi c’è un parco giochi deserto. È un’occasione da non perdere! Salgo la scaletta dello scivolo e mi lascio andare. Rimbalzo sulla lamiera scintillante e cado di culo all’estremità inferiore. Mi rialzo, mi allontano con circospezione; per il resto della vacanza, nascondo il dolore al coccige.
Il disagio nell’AgorÀ
12 ore fa
5 commenti:
1 topo
Io ancora adesso, quando mi ritrovo tra i piedi delle giostrine mezzo arrugginite, davvero non so resistere.
ti scrivo qui per comodità (non vorrei mai che il tuo indirizzo email fosse morto come il mio blog).
sì, caro andrea. quel saggio che hai letto su studi novecenteschi era mio. sono contento che ti sia piaciuto, e grazie d'essermi venuto a stanare per dirmelo.
grazie davvero.
p.s.:la rivista è datata 2003, anche se in realtà è uscita solo un paio di mesi fa. conunque il saggio ha ormai due anni di vita... spero non puzzi già di vecchio.
@ Davide
Resisti! Nel tuo caso il rischio è doppio: contusioni e tetano )
@ Pasquale
Non preoccuparti, ha ancora un buon odore: ti rinnovo i miei complimenti. Spiego anche ad altri lettori eventuali: il saggio di Pasquale si intitola Apocalissi nostrane: la critica italiana e la tentazione della fine ed è apparso in «Studi novecenteschi», n. 2 (2003), pp. 305-355. Parla di narrativa contemporanea e, volendo, lo si può usare come guida per ricomporre la frattura tra letteratura italiana e vita nazionale individuata dal vecchio Gramsci. Leggetelo!
caro andrea, grazie mille per il lancio pubblicitario!
questo saggio l'avevo pubblicato a pezzi sul blog morto che già conosci, ma adesso - a più di un anno di distanza - si è del tutto spaginato.
se però qualcuno volesse proprio leggerlo, può trovarlo in una nuova versione un po' più ordinata all'indirizzo che segue:
http://freeweb.supereva.com/laforgia/index2.html?p
il sito è improvvisatissimo e nel passaggio all'html il testo ha perso tutte le note (ma stavano lì più per un'esigenza di rigore... non sono indispensabili).
grazie ancora, andrea. e per chi vorrà perderci la vista, buona lettura.
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