Torno bambino: faccio il bagno con mio fratello. Giocando con l’acqua, urto il ripiano di vetro sopra la vasca. Cade sul bordo, si rompe, riempie l’acqua di frammenti. Una delle schegge mi buca il polso, facendo schizzar fuori dalle vene un sangue nero e denso come zucchero caramellato. Panico! La mamma, sola in casa, mette il braccio sotto l’acqua gelida del lavandino e telefona subito a papà.
giovedì 27 gennaio 2005
Sangue
Pubblicato da Andrea Tullio Canobbio alle 18:27
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