Sono ancora fiero di aver fatto il volontario spalatore durante l’alluvione del 1994, a Rocchetta Tanaro. Ho aiutato a prosciugare una cantina, con il fango fino al petto e la puzza di gas sotto il naso. Ricordo la persistenza del fango tra le unghie, tra i peli della barba, anche per giorni e notti, e i regali di seconda mano degli alluvionati: due panettoni, una polo verde salvia e un paio di pantaloni di fustagno.
sabato 13 novembre 2004
Alluvione
Pubblicato da Andrea Tullio Canobbio alle 13:49
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