Dieci anni fa, morì a Firenze Oreste Macrì, critico ermetico. Per molti suoi sodali, il titolo è quasi negativo: in generale, l’ermetismo critico non è molto scientifico (qualcuno parlò di “meteorismo spirituale”). Non per Macrì, che è anche un robusto ispanista e, in parte, uno storico dell’arte. Ha perfino tradotto Valéry. Ha l’aria simpatica. Lo celebro oggi a Pavia, leggendo un’anastatica¹.
¹ O. Macrì, Caratteri e figure della poesia italiana contemporanea, La finestra, Trento [1956¹] 2002.
Il disagio nell’AgorÀ
1 giorno fa
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