Oggi ho letto un altro romanzo di Gadda¹. Quello che invidio all’Ingegnere è la generosità, dimostrata non tanto dai suoi molti bauli pieni di tesori letterari, quanto dalla densità delle sue pagine. Quelle del Fulmine mi sembrano particolarmente esilaranti e combattive. Il nob. Gian Maria, tra l’altro, medita “sulle prossime fangature di Acqui”.
¹ C. E. Gadda, Un fulmine sul 220, Garzanti, Milano 2000.
lunedì 20 giugno 2005
Un fulmine sul 220
Pubblicato da
Andrea Tullio Canobbio
alle
18:08
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento