mercoledì 19 luglio 2006

Storie di caccia

Gli ambienti outdoor del primo libro di Campani mi portano a parlare del secondo libro di Rigoni Stern¹. Penso che sia una delle migliori incarnazioni di quell’idea di “epica moderna” che andava molto ai tempi di Pavese; qui l’eroe non è l’uomo, ma, di volta in volta, il cane, la volpe, il lepre e, infine, l’urogallo, “il nonno di tutti i boschi e delle montagne”. A proposito, qualcuno sa che cos’è un urogallo, di preciso?

¹ M. Rigoni Stern, Il bosco degli urogalli, Einaudi, Torino [1962¹] 1982.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

cmq nel catalogo Playground ci sono diversi libri molto belli: ad es. "Il negro", che è bellissimissimo.

Andrea Tullio Canobbio ha detto...

Bene, me lo segno. Ciao, Davide!

Andrea Tullio Canobbio ha detto...

Uhm, forse sì. Certo, se lo chiami “gallo cedrone” perde tutto l’alone epico )

Anonimo ha detto...

l'urogallo è parente dell'ircocervo?